Nella prima parte dell’articolo abbiamo visto la definizione di leader narcisista e
le caratteristiche della sua personalità, in questa seconda parte elencheremo
alcuni comportamenti che li caratterizzano e che cosa notare per riconoscerli.
I narcisisti hanno una visione, sì, ma non è sufficiente. La più semplice definizione di leader è “persona che gli altri seguono”. Come detto più volte, i narcisisti hanno questo dono; in più credono che le parole possano muovere le montagne e che discorsi ispirati possano cambiare le persone. La maggior parte dei leader narcisisti è infatti composta da ottimi oratori, dotati di carisma.
Sebbene non sia sempre ovvio, i leader narcisisti sono spesso dipendenti dai loro followers, hanno bisogno dell’adulazione. L'adulazione che segue certi discorsi accresce la fiducia in loro stessi; ma se nessuno risponde il narcisista diventa insicuro.
Ma anche quando le persone rispondono positivamente ad un narcisista ci sono dei rischi: il carisma è un’arma a doppio taglio, promuove sia la vicinanza che l’isolamento. Più diventa sicuro di sé, più diventa spontaneo, si sente privo di vincoli, crede di essere invincibile: questa energia attrae e ispira i follower. Ma l’adulazione di cui il narcisista ha bisogno è corrosiva: più ne ha, meno ascolta i consigli di cautela e attenzione. Dopotutto, lui aveva ragione quando tutti erano in dubbio. Piuttosto che convincerli nuovamente, preferisce ignorare chi gli da contro, creando ulteriore isolamento. L'esempio più lampante è sicuramente Bill Clinton.
Nonostante le sensazioni positive rievocate dalla parola carisma, i narcisisti non sono mai a loro agio con le emozioni. Non imparano facilmente dagli altri, ascoltano solo per carpire le informazioni a loro necessarie. Non amano insegnare, preferiscono indottrinare gli altri e fare discorsi. Maggiore è la pressione, maggiore sarà il livello di sfida interiore. Il problema principale è che gli sbagli del narcisista tendono a essere tanto più pronunciati quanto più ha successo.
Il narcisista ha la tendenza a schivare le emozioni, e senza dubbio il più grande paradosso della nostra epoca - fatta di lavoro di squadra e collaborazioni - è che il miglior leader è colui che è emotivamente più isolato. I dirigenti narcisisti tengono gli altri a distanza, ergendo mura degne del Pentagono attorno a loro, e si sentono a disagio quando le altre persone mettono a nudo le loro emozioni, specialmente quelle negative. Il narcisista non vuol sapere cosa gli altri pensano di lui, a meno che ciò non gli causi un problema reale; non tollera il dissenso.
Un altro dei problemi legati alla sovrasensibilità alle critiche dei narcisisti è che spesso non ascoltano quando si sentono attaccati o minacciati; per loro le critiche sono troppo dolorose da accettare. Alcuni di loro vanno sulla difensiva facendo passare il fatto che non ascoltano come se fosse una virtù: “Non sono arrivato fino a qui ascoltando le persone!”, gli sentiremo dire. Spesso, infatti, i grandi leader sono arrivati al successo dopo aver proposto strategie assurde per altri, e il fatto di non aver fallito alimenta la loro convinzione di non dover ascoltare gli altri
Una delle doti maggiormente ricercate dai leader narcisisti è l’empatia, nonostante loro non siano particolarmente noti per averne molta. Senza dubbio, la mancanza di empatia è una delle caratteristiche principali di moltissimi dirigenti “superstar”, come Bill Gates o Andy Grove. I grandi leader devono avere però ottime doti comunicative, e la mancanza di empatia non sempre gioca a loro sfavore: basti pensare a grandi personalità della storia come Churchill, Stalin, Mao... non erano persone empatiche, ma riuscivano a ispirare le masse grazie alla loro passione. Infatti, in tempi di cambiamenti radicali, la mancanza di empatia puo’ essere un punto di forza. Un narcisista trova più facile rispetto ad altri la compravendita di aziende, la chiusura o il trasferimento di attività, il licenziamento di personale e via dicendo, tutte decisioni che provocano reazioni di rabbia o tristezza. Ma è raro che un leader narcisista abbia rimpianti. Esiste una specie di intelligenza emotiva associata al narcisismo, ma è più saggezza urbana che empatia.
Spesso i leader narcisisti dicono di voler lavorare in squadra: in realtà, quello che vogliono è un team di yes-men pronti ad assecondarli. La mancanza di empatia e la loro estrema indipendenza rende molto complicato al narcisista il fare da guida e l’essere guidato. Raramente fanno da mentore a qualcuno, e se lo fanno, vogliono semplicemente che il loro protégé sia una loro pallida immagine riflessa.
I leader narcisisti sono spietati e instancabili nella loro corsa al successo e alla vittoria: i giochi non sono giochi, ma test in cui mettere alla prova le loro abilità. Le imprese sotto il comando di un dirigente narcisista sono spesso caratterizzate da un’intensa competizione interna. È un potente stimolo che dà energia alle compagnie, ma puo’ anche essere un pericolo: il narcisista trova nemici anche dove non esistono, ad esempio tra i suoi colleghi.
Esistono tre modi per evitare le trappole tese dalla loro stessa personalità:
- Trovare una spalla di fiducia: moltissimi narcisisti sviluppano una relazione con una persona, una spalla, che ha il ruolo di un’ancora, tenendo ben saldo al suolo il narcisista.
- Indottrinare il resto dell’azienda: il CEO narcisista vuole che tutti i suoi sottoposti la pensino come lui riguardo l’impresa. Uno dei tratti più significativi della loro personalità è infatti quello di essere in grado di convertire l’opinione della gente.
- Entrare in analisi: spesso i narcisisti sono più interessati nel controllare gli altri piuttosto che autodisciplinarsi. Questo perché, fatta eccezione per rari casi, non vogliono esplorare le loro personalità con l’aiuto di una persona esterna. Ma è indubbio che, se persuasi ad entrare in terapia, possano trovare il modo di scavalcare i loro difetti.
Come abbiamo visto, i narcisisti prosperano nei momenti di caos: nei luoghi più calmi e tranquilli, anche il più brillante dei narcisisti sembrerà un pesce fuor d’acqua.
Tutti i narcisisti amano il rischio, e spesso ne ignorano il costo. Ma in un periodo drammaticamente discontinuo come quello che stiamo vivendo, sempre più compagnie si stanno rivolgendo a leader narcisisti; hanno bisogno di dirigenti che non cerchino di anticipare il futuro, bensì di crearlo. Ma anche il più produttivo dei leader narcisisti può autodistruggersi e perdere la rotta: per le aziende i cui dirigenti riconoscono i propri limiti, questo sarà il migliore dei periodi; per le altre, potrà diventare il peggiore.
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